Summer of Soul


Ricordate l’estate del 1969?  È l’anno dello sbarco sulla luna, dell’ultima esibizione dei Beatles, dell’uscita di Easy Rider e del mitico raduno di Woodstock immortalato in innumerevoli film.
Nella stessa estate a soli 160 km più a sud di Woodstock, nel Mount Morris Park nel cuore di Harlem ( New York), si tiene l’Harlem Cultural Festival, un evento che raccoglie trecentomila persone per assistere alle esibizioni di talenti come Nina Simone, Stevie Wonder, B.B. King, Sly & the Family Stone, The 5th Dimension, Gladys Knight, Mahalia Jackson.

Il produttore e regista, Hal Tulchin, riprende tutto: 50 ore di immagini e suoni di altissima qualità, poi cerca di vendere il suo lavoro inviandolo a diverse emittenti con il titolo Black Woodstock. «Non fu una buona idea» confessa Tulchin, «nessuno voleva uno show nero».
L’evento finì nel dimenticatoio, cancellato dalla memoria storica per ben 52 anni, prima di essere riportato alla luce dal produttore Robert Fyvolent che sottopone il girato a Questlove (batterista del gruppo hip-hop The Root), pseudonimo di Ahmir Khalib Thompson, forse uno dei più grandi esperti di musica pop in America che prende in mano quel materiale, ne seleziona 117 minuti e crea il documentario Summer of Soul(2021), presentato al Sundance  Film Festival dove vince il Gran Premio della Giuria e quello del pubblico.

Summer of Soul è  un entusiasmante viaggio attraverso la cultura Black e cerca di raccogliere tutte le sfumature possibili della musica nera, dal jazz al soul passando per il funk, il gospel e le nuove influenze brasiliane. «Era un’esperienza per tutta la famiglia: c’erano genitori, bambini, nonni, giovani, tutti emozionati all’idea che avrebbero ascoltato Stevie Wonder o Nina Simone», racconta Marilyn McCoo dei 5th Dimension, uno dei gruppi presenti. Il festival era diventato qualcosa di unico a cui tutti volevano partecipare.

Per Questlove l’importanza di questo film non è solamente  legata alla straordinaria qualità della musica, ma anche al racconto di un momento importantissimo per la storia degli Stati Uniti.
«È l’istantanea di un’America in trasformazione, il racconto dell’anno in cui noi neri abbiamo iniziato ad amarci e a pensare: nero è bello».
Il documentario infatti  alterna momenti di eccezionale forza musicale con la testimonianza di chi c’era e con un’analisi socio-politica di quell’anno così particolare per la storia d’America, in cui buona parte della comunità nera era stata spedita in Vietnam a combattere una guerra non voluta e non compresa, o era a casa a combattere le piaghe della disoccupazione, le disuguaglianze, il razzismo e la droga.

A fine visione, risulta veramente difficile credere che questo materiale sia stato ignorato così a lungo: “Voglio fare in modo che la storia Black non venga più cancellata” ha dichiarato a questo proposito Questlove.
E a giudicare dall’attenzione ricevuta da Summer of Soul, già definito dal New York Times come il miglior film dell’anno, il suo auspicio sembra finalmente avverarsi.
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